I MATTISTI!!!!!!!

 

 

In questa sezione del sito troverete immagini d'apoca, curiosità, pazzie documentate dai proprietari e dagli ammiratori della MATTA.

Insomma troverete . . . I MATTI DELLE MATTA . . .!

 

. . . Chi indovina il colore originario . . . ??

 

 

. . . Non vedo più la realtà . . . !!!

Prototipo leggermente modificato

 

 

. . . Pasazzzini . . . !

 

 

Aiuto . . . presto, fatemi uscire . . .

 

 

. . . Non trovo più i pedali . . .

Adesso vomito

 

 

 

 

 

 

La Matta non ha il riscaldamento di serie, ma può trasportare molte bottiglie di grappa . . .

 

 

. . . Ooppsss . . .

Forse ho sbagliato sedile??

Si è aperta la pentola a pressione!

. . .Mamma butta la pasta.

   
Fammi scendere, mi compro una Campagnola!
 

"Vai avanti tu, che a me scappa da ridere!"


Inverno 1986, sulle colline bolognesi il fiume Savena è in piena : il Club Nazionale Fuoristrada ha organizzato come al solito una gitarella tranquilla, circa 40 macchine hanno percorso una lunga discesa fangosa dalla quale non si potrà risalire. Arrivati al fiume nessuno si fa avanti : prego passa tu, no grazie, dopo di lei, ma per carità non si disturbi!
Bisogna tentare, chi si fa avanti? Poco dopo, ecco, una Matta entra nell'acqua, è quella di Franco Melotti, avanza lentamente in seconda ridotta, l'acqua sale, sale, l'onda sul muso copre i fari, entra nell'abitacolo, ma previdente il pilota ha indossato gli stivali e può guidare nell'acqua gelida. Cosa diceva l'Alfa Romeo nella scheda tecnica della Matta? Altezza di guado 70 cm. Sarà, ma qui siamo vicini a 100 cm!
Pochi istanti che sembrano un'eternità, poi la riva opposta. Subito dopo ci provano altre due vetture, prima una Land Rover 88 e poi una Fiat Campagnola: entrambe rimangono bloccate nell'acqua e solo l'aiuto della Matta le tirerà fuori dall'altra parte. Basta così, non ci prova più nessuno. La colonna di vetture riparte costeggiando il fiume, fino a trovare un altro guado meno impegnativo e poco dopo il giro prosegue.

 
 

 

 
Vieni cara, con la mia Matta si raggiungono posti dove non trovi nemmeno un cane!

Ci sono ancora due posti in cima agli specchietti retrovisori . . .

Agosto 1982, quando ancora si poteva raggiungere in fuoristrada qualche rifugio sopra Cortina, sulla Matta di Franco 15 persone raggiunsero il rifugio Palmieri sulla Croda da Lago.

Matta con . . . rotoramponi!

 

LA MATTA SULLA NEVE
OVVERO I ROTORAMPONI ELASTICI


L’ingegner Giovanni Chizzola, concessionario Alfa Romeo a Udine all’epoca dei fatti, e proprietario di una Matta perfettamente restaurata ed utilizzata normalmente come vettura per raggiungere le riserve di caccia in Friuli e Jugoslavia, si trovava nel Natale del 1978 in vacanza con la famiglia, la moglie Milla ed i tre figli Mattia, Cristina e Silvia, all’Alpe di Siusi (TN) presso l’ albergo Gold Knopf, allora gestito da un conoscente.

Il secondo giorno Chizzola ebbe la sventura di rompersi una gamba; questo incidente lo distolse dallo sci ma, essendo incapace di rimanere inattivo, costituì l’occasione per proporsi, nonostante il gesso, come “gattista”. Venne “assunto” seduta stante e così, alternandosi su di un Prinoth, con trasmissione tradizionale, e sterzo a leve e freni dell’omonima ditta di Bressanone allora leader nel settore, ed uno strano gatto con trasmissione a cinghie coniche e puleggie variabili comandate da un normale volante, motorizzato Volkswagen, effettuava più trasferte giornaliere divertendosi molto.
Un giorno arrivò in albergo l’ingegner Erich Prinoth in persona, titolare dell’azienda, nonché amico del gestore il quale organizzò una cena a cui partecipò tutta la famiglia Chizzola
Tra una chiacchera ed un bicchier di vino si iniziò a parlare di gatti e l’ingegner Chizzola, fresco di esperienza ma profondo conoscitore di tecnica meccanica nonchè “polemico per natura” iniziò a stuzzicare Prinoth sulla qualità e funzionalità dei suoi gatti; Prinoth stette al gioco ma ad un certo punto, piccato per lo sviluppo delle argomentazioni sbotto:
“Karo angheniere, Lei kritikare mei katti , ma lei mai fatto katto !!!”
La sfida era lanciata ed il guanto fu immediatamente raccolto da Chizzola il quale con lo sbigottimento di tutti, ed in particolare della moglie Milla dichiarò.
Va bene, io a Pasqua verrò quassù con il mio gatto così saremo pari !!
In palio simbolicamente fu messa una cena
Il giorno dopo, svaniti i fumi dell’alcool, sulla via del ritorno verso Udine si abbozzarono le prime idee su cosa fare e fu chiaro che l’elemento centrale della sfida era la Matta.
I tempi erano stretti e Chizzola avendo già in mente come procedere, completò in pochi giorni la progettazione, e prese avvio una frenetica attività che coinvolse buona parte dell’officina della concessionaria ed alcune aziende della regione in particolare la Lima di Flagogna , specializzata in acciai speciali e fornitrice della Ferrari, e la Berton Caldaie di Magagna; Chizzola nonostante il gesso alla gamba sinistra visitava i fornitori spesso inseme a Mattia guidando un’Alfetta GTV per le impervie strade del Friuli collinare e pedemontano, calcando la frizione con un bastone di legno
Nacque cosi in meno di 2 mesi il rotorampone elastico, per ogni ruota una campana flangiata sul cerchio costituita dal fondo di un serbatoio con degli elementi elastici in acciaio ……che partivano dal centro, cerchiati e sormontati da ramponi di lamiera piegata. I parafanghi anteriori furono modificati per consentire la sterzata e fu realizzato un ingegnoso portapacchi appoggiato sulle centine della capote.
Il collaudo fu effettuato a Valbruna, sul confine con l’Austria, sulle piste di sci non ancora battute: il sistema si comportò bene in particolare su neve compatta, si posero alcuni limiti su neve fresca per il peso complessivo del GATTO che tra Rotoramponi, portapacchi e tutti i meccanici che a turno volevano provare l’ebbrezza superava sicuramente le 2 tonnellate. Ad un certo punto questa specie di armata brancaleone fu prima inseguita e poi invitata a lasciare il campo dai battitori delle piste probabilmente irritati per aver violato con successo una loro esclusiva: ma ormai il più era fatto In officina si lavorò sugli affinamenti ed a marzo si inizio a preparare la spedizione.
La matta era stracarica, oltre ai rotoramponi sul portapacchi, trovarono posto tutti i Chizzola in numero di 5 con relativi bagagli ed attrezzatura da sci, un cric da officina ed altri attrezzi per sollevamento e riparazioni, ricambi vari; per raggiungere l’Alpe, oltre 200 km di montagne
Il viaggio fu lungo e la macchina si comportò egregiamente, la gente guardava allibita per strada questo strano attrezzo, ma la sorpresa fu grande quando dopo 6/7 ore raggiunse l’Alpe di Siusi e attraversato il piazzale si cominciò ad inerpicare su mulattiere ghiacciate per fermarsi alla base della partenza di uno skilift.
Di fronte a sciatori incuriositi vennero montati i Rotoramponi, inserite ridotte e quattro motrici ed iniziò prima timidamente, poi con sempre maggiore sicurezza (e velocità) la salita verso il Gold Knopf. Tutto procedeva per il meglio e si era giunti ormai a due terzi del percorso, con già in vista le ultime ripide rampe e l’albergo in cima quando essendo la pista molto inclinata trasversalmente Chizzola, per evitare scivolamenti laterali, oramai rilassato ed in vista del successo, si fece un po’ prendere la mano e tentò un attraversamento in neve fresca per raggiungere una traccia battuta più bassa.
Fatti 5 metri, la lunghezza della macchina, si sprofondò fino a metà portiere e li ci si fermò senza possibilità di emergere nonostante molti tentativi ed improperi

In albergo intanto ferveva una notevole agitazione ed in pochi minuti comparve in piena velocità un gatto Prinoth che “galleggiando” sulla neve venne incontro alla Matta. Era guidato personalmente da Erich Prinoth il quale scese ed apostrofò il Chizzola “ Kuando io federe da hotel kvesto strano koso su nefe io supito pensare ke solo kvel pazzo di angenier kizzola lui fare !!! " la matta fu attaccata con un cavo al Prinoth e fu aiutata a tirarsi fuori dalla neve e in 10/15 minuti raggiunse senza altri intoppi la cima con un’ultima ripida salita tra lo stupore e gli incitamenti e gli applausi degli ospiti dell’albergo e degli sciatori e venne parcheggiata tra il Prinoth e l’altro strano gatto.
Quella sera si festeggiò, la cena offerta da Erich Prinoth, il vino da Chizzola che riconobbe il valore dei gatti Prinoth perlomeno come mezzi da traino !
A mezzanotte passata, quando la compagnia si sciolse, due ombre furtive si avvicinarono alla matta che riposava al gelo sotto le stelle; Gianni Chizzola e suo figlio Mattia (che sarei poi io, relatore dell’avventura) all’epoca quindicenne muniti di chiavi e attrezzi vari, lavorarono nella notte per provvedere a quelle riparazioni di alcune lame elastiche e ramponi che la gioventù del progetto aveva prodotto.
Alcuni giorni dopo, ricaricati armi e bagagli, si scese a valle e si fece rientro a Udine. I rotoramponi elastici avevano assolto al loro compito, furono smontati, mai più usati e la matta riprese la sua normale attività di macchina “da caccia”, lavoro che svolse ancora per molti anni.

 

 

Qui sopra la MATTA da NEVE con i rotoramponi.

 

In basso i rotoramponi oggi.

 

 

In basso la "Matta da neve" ai giorni nostri.

 

 

 

 
 
Scusa . . . ma . . . qual'era la leva del freno a mano ????